mercoledì 26 novembre 2014

Io sto con Tor Sapienza

Io sto con i residenti di Tor Sapienza. Sto con loro nonostante sappia poco delle loro proteste e di come vanno veramente le cose, ma mi prendo il rischio di dirlo lo stesso: hanno ragione!



Premetto che abito (abitavo e abiteró per la precisione) in un quartiere in mano alla mafia nigeriana e che attualmente sono un immigrato in un paese che non scherza per un ca**o su ste cose. Quindi chi pensa di darmi del razzista puó giá andarsene a fare in c**o senza finire di leggere il post.
Detto questo, ho leggiucchiato qui e la le prese di posizione dei finti perbenisti; qualcuno locale, altri nazionali. Non approfonditamente, é vero, ma sul mio blog potró anche scrivere le mie opinioni, penso. Molti prendono spunto dal caso di Tor Sapienza per le loro elucubrazioni sul perché e percome il fenomeno dell'immigrazione é sentito dagli italiani, come la destra cavalca il malcontento e come in realtá gli immigrati servano al paese. Il punto é uno solo. Se a Tor Sapienza, come alla GAD, si trattasse di razzismo, di paura del diverso, di crisi economica e paura di perdere il posto di lavoro, se si trattasse di questo, come molti, quasi tutti in effetti, sostengono o cercano di sostenere, rimarrebbe un grande interrogativo.

PERCHE' UN SOLO QUARTIERE?

Negli articoli che ho letto nessuno menziona questo punto. A livello locale si ripete come un mantra che la GAD non é il centro del mondo, evitando di entrare nel merito della questione. Ma chiediamoci perché (quasi) tutti i residenti di UN quartiere si svegliano la mattina razzisti e rabbiosi? Il razzismo é forse contagioso? L'intolleranza si trasmette per contatto? Perché nei quartieri limitrofi, dove gli autobus passano con regolaritá, non hanno spaccio, non hanno degrado non protestano con la stessa veemenza contro i campi ROM o i centri per gli immigrati?

La mia risposta é che gli abitanti di Tor Sapienza non protestano contro gli immigrati ma contro le amministrazioni che preferiscono il ghetto all'integrazione. Come in molti altri quartieri periferici, si sono accorti che il meccanismo di contenere in una zona ben definita lo spaccio, la prostituzione e il degrado (perché se abbassi il costo delle case in una zona stai certo che in quella zona il degrado si auto-alimenterá) non funziona piú. Ormai la situazione é talmente al collasso che a volerli contenere si rischia l'incolumità stessa dei residenti di quei luoghi. Non é piú una questione di sopportare, ma di sopravvivere!
I volponi lassú, a Roma come a Ferrara, fanno prima a dire che siamo razzisti. Parli di spacciatori e loro tirano fuori il termine negro. Parli di prostitute o ubriaconi e loro parlano di extracomunitari. E gli allocchi, quelli che non abitano a diretto contatto con il degrado, con gli spacciatori e le prostitute dietro a crederci, ben divisi per due.
A destra chi é di destra e a sinistra chi é di sinistra. E gli allocchi meno allocchi dietro anche loro, perché loro sanno che l'unica soluzione per la GAD non é quello di spostare in blocco lo spaccio a destra o a manca, ma quello di impedire che vi siano zone battezzate allo spaccio e alla prostituzione, e quindi che i fenomeni si spargano a tutta la cittá quasi uniformemente. E questo che non piace, ai razzisti e agli anti-razzisti degli altri quartieri. Chiacchiera finche vuoi, ma lo spaccio te lo tieni te. 

Io mi son fatto l'idea che quelli che parlano di razzismo si dividono in tre gruppi, un 10% di pirla cui piace menare le mani, un 30% di residenti dei "quartieri ghetto" che vivono a diretto contatto con il problema, e un 60% di pirla che vede un immigrato ogni tre giorni quando parcheggiano in centro per andare a prendere il caffé. 

In questo articolo dell'Espresso (link), da cui é presa l'immagine sopra, si fa un bel mischione di tutto ció, parlando soprattutto dei problemi delle grandi cittá che a parer mio non sono poi cosí diversi dai nostri (solo che loro non devono fare i pendolari per andare al lavoro). I poveri contro i poveri, i problemi di percezione, il lavoro che manca... solo l'ultima frase sembra accorgersi del problema:

"Poi, certo, c’è il fatto che è sulle periferie, sui quartieri più colpiti dalla crisi, che le amministrazioni di tutta Italia fanno sempre ricadere l’onere dell’accoglienza. [...]: «Nei quartieri centrali non ci sono né campi rom, né centri di accoglienza. [...] «Eppure ci sarebbe il modo per distribuire il carico: a Prati o al Flaminio, quartieri centrali e benestanti, ci sono molte caserme abbandonate. Nei progetti di recupero però non si prende neanche in considerazione di destinare all’accoglienza almeno una porzione di questi stabili immensi. Sarebbe un bel messaggio, un forte argomento da contrapporre alla rabbia».
Invece i rifugiati di Tor Sapienza sono stati spostati in un’altra periferia, forse ancora più critica, l’Infernetto. Che infatti ha già cominciato la sua guerra tra poveri.

Non so quanto pagherei per sapere come viene gestito il "flusso migratorio" da ASP e ACER.

2 commenti:

  1. Hai ragione da vendere Lorenzo!! Condivido fino all'ultima virgola.
    Maurizio Rossi

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  2. Grazie Maurizio! Fra l'altro mi piacerebbe capire uno di questi giorni come mai a una giovane coppia il mutuo prima casa é praticamente precluso, mentre lo concedevano per comprare case al grattacielo anche a persone che poi non pagavano né il mutuo né le spese condominiali. E visto che non venivano venduti all'asta poi rimanevano anche proprietari della casa, con grande soddisfazione degli altri inquilini... Spero davvero che il riscaldamento "autonomo" risolva in parte il problema.

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