martedì 7 luglio 2015

Immigrati e sicurezza

Il nuovo video del blog ha in pochi giorni superato il vecchio record di visualizzazioni! Una delle prime pedalate del comitato zona stadio, riprese dal blog, all'epoca dei cento e piú partecipanti e della ribalta sulle pagine del Carlino nazionale, aveva raggiunto le 144 visualizzazioni surclassando la maggior parte dei video successivi. Il nuovo video, in pochissimi giorni, é giá oltre le 150 visualizzazioni. Merito della veritá, pura e cruda, delle sue immagini, ma anche della sua ripresa su un "blog" di estense.com, con molto piú odiens del mio blog "di quartiere".
Contento e riconoscente di ció, riprendo qui il post in oggetto trovando di notevole interesse. Lo copio e incollo in toto da qui, sperando di non infrangere nessun copyright. Lo faccio anche perché vedo che é rimasto su veramente molto poco rispetto ai soliti standard. E, in ultimo, preciso che lo faccio anche se non mi piace mischiare il problema spaccio e la questione immigrazione, per il semplice fatto che spesso i due aspetti vengono artatamente mischiati dai nostri "avversari" dell'amministrazione per "buttarla in vacca" (cit. il sindaco). Ad ogni modo trovo molto ben scritto il post e credo valga la pena di leggerlo.

Quindi... buona lettura, il post, del blog "Il mercenario di Azincourt" dal titolo:"Immigrati, sicurezza e il limite che non c’è"
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Copyright dell'autore, pubblicata col suo gentile permesso. Ogni copia della stessa sará perseguita a norma di legge.... e non solo. Conosciamo gente brutta.

È in atto una pericolosa gestione del problema immigrazione da parte delle Istituzioni e quando i fatti s’incaricano di dichiarare spergiura la surreale e partigiana rappresentazione della realtà, squarciando il velo del terzomondismo negazionista, si intravede la complessità di un problema aggravato dall’assoluta inadeguatezza di politiche e idee di chi dovrebbe tutelare la comunità.
L’odierna  ribalta della questione immigrazione-invasione locale era stata preannunciata Gianni Belletti, della comunità Emmaus di Ferrara, che proponeva di “aprire le frontiere” e quindi sostanzialmente genuflettersi davanti allo tsunami migratorio.
Fino a mercoledì credevamo ci fosse un limite, l’ormai celebre “quota 400” e invece no.
Nessuna istituzione, partendo proprio da palazzo Giulio d’Este, si è preoccupata di informare la cittadinanza dell’arrivo nottetempo di immigrati e di ciò che sarebbe successo.
Il prefetto Michele Tortora non si è neanche degnato di rendere partecipi i cittadini su che micidiale trabucco si sta mettendo in moto, cosa che invece il suo collega veneziano ad Eraclea (certo, non senza evitare la collera dei cittadini) ha almeno avuto il pudore di fare.
Di tutta lena, giovedì, a quota 400 sforata, l’amministrazione comunale corre ai ripari e si esercita nella disciplina in cui eccelle da sempre “lo scaricabarile” e sguinzaglia l’assessore Sapigni: “la soglia massima d’accoglienza di 400 è teorica”. Ah ecco, pareva strano che ci stessero prendendo in giro. È teorica, tutto a posto!
Salvo poi, come è già capitato altre volte dilungarsi e contraddirsi: “Il Ministero degli Interni ci aveva chiesto di definire un numero massimo per l’accoglienza e quello di Ferrara era stato fissato per 400.”


Deve intervenire il Prefetto, il giorno dopo, venerdì, per smentire l’amministrazione e la Sapigni, come nei migliori legal thriller:
“Mai detto nulla in merito e non esiste un limite” Il Resto del Carlino, 3/7/2015
Nego tutto Vostro onore. Ma la frittata è già fatta e anche lui rimane trappola della realtà. Maledetta realtà!
(foto di cui non ho il copyright)
“Il ministero ha stabilito un numero di persone che devono essere assegnate ad ogni territorio (chissà quali bussolotti da lotteria hanno al Viminale!) e un coordimento regionale, a sua volta, definisce la divisione” ibidem
Colpo di scena: è colpa del Ministero degli Interni o meglio dei bussolotti da lotteria del Viminale dai quali pescano a caso i numeri di persone da mandare in giro per l’Italia.
Delle due l’una dott. Tortora: o il Comune, la Sapigni, le opposizioni e gli organi di informazione che parlavano di “una quota fissata come limite dagli accordi istituzionali” hanno ricevuto l’annunciazione dell’Angelino (Alfano) – “E la quota 400 si fece teorica e poi venne superata” (Vangelo apocrifo sconosciuto) – e quindi la Sapigni straparla ai quotidiani vaneggiando con sue, ennesime, “percezioni soggettive” oppure Lei deve fare chiarezza, Prefetto.
Perché la realtà risulta distorta dato che fino a mercoledì Lei sottolineava “la situazione di estrema emergenza” e ora viene a raccontarci che “in nessun posto si sono registrate tensioni” quando a leggere i commenti dei cittadini di Pontelagoscuro (e ascoltando quelli di Ferrara) la situazione pare, a me che non risiedo in Corso Ercole d’Este, tutt’altro che tranquilla viste le dichiarazioni del tipo “prima o poi la situazione esplode”.
Stiamo aspettando di vedere questa “tensione” per capire cosa sia?
Ripropongo quindi la domanda sig. Prefetto:
[PRIMO] quanti immigrati può ospitare la provincia (e la città) di Ferrara? C’è un limite prudenziale per evitare “tensioni”? Se la soglia 400 era “teorica” (oltre dirci su quali basi si è calcolata, escludendo il bussolotto di cui sopra) quanto sarebbe quella “pratica”?
Glielo richiedo perché dire, alla stampa “No. Non esiste un limite (foto di cui non ho il copyright) astratto” e non volendo soppalcare la prefettura e renderla ostello, mi pare l’istituzionale riproposizione dei terzomondisti auspici di Belletti e mi allarma visto che già suoi colleghi hanno minacciato di immolare sull’altare dell’invasione la sacralità della proprietà privata, con la requisizione, e anche Lei, che parla di “nessun limite”, ha i poteri per poter farlo.
Si rilegga, mi ascolti, l’autorevole editoriale di Ernesto Galli della Loggia che sul Corriere della Sera del 18 giugno 2014 esordiva con parole di chiarezza, verità rivoluzionarie nel menzognero dibattito sull’accoglienza:
Salvare dalla morte in mare è un conto, accogliere stabilmente nel proprio Paese un altro. Il primo è un obbligo assoluto per ogni collettività civile, la seconda è una scelta politica.[…]
Quanti immigrati possiamo (può l’Unione) assorbire? Nessuno lo sa e/o lo dice: dieci milioni, venti milioni? I numeri che premono dall’Africa e dall’Asia sono di quest’ordine, ma nessuno se ne cura.
Sembra che neppure sia lecito porsi la domanda.
E invece poniamocele le domande.
[SECONDO] È vero o no che la caserma di Cisterna del Follo diventerà un mini-CARA, sulla scorta di quello presente a Mineo, creando così di fatto una città nella città e facendo diventare Ferrara la capitale regionale degli immigrati?
Insisto, non si può fare orecchie da mercante su questa questione, non ci si può trincerare in ovattate stanze dorate. Si risponda, si informi la cittadinanza:  è nostro diritto saperlo.
Già perché come sulla GAD la realtà, come dimostra il video di ferrarazonastadio.blogspot.it,

Copyright dell'autore, pubblicato col mio gentile permesso. Ogni copia della stesso sará perseguita a norma di legge.... e non solo. Conosciamo gente brutta.
s’incarica di smentire le imbarazzanti dichiarazioni del “tutto va bene madama la marchesa” propugnate dal peloso buonismo e di un vergognoso razzismo anti-italiano di una sinistra benaltrista incapace di vedere la questione sicurezza nel microcosmo di un quartiere, così rimane inevasa una evidente questione di macro sicurezza cittadina.
Ferrara ha un’importante installazione industriale non molto distante dal Castello Estense e, come i fatti recenti, in particolare a Lione, ci dimostrano, le minacce si stanno sempre più trasformando da parole a fatti
È lecito quindi domandarsi (e sarebbe opportuno rispondere) se
[TERZO]  esiste o no un rischio sicurezza relativo al complesso del petrolchimico?
Capisco che la strabica visione del PD che da un lato, con la massima istituzione consiliare, il suo Presidente, attacca le forze dell’ordine cozzi, dall’altro, con le deplorevoli e prone posizioni di Vitellio, cieco al disastro che si sta perpetrando non ponendo un pomerium dell’invasione, col paravento della fallimentare integrazione propedeutica, nel folle disegno della sinistra, all’estensione della cittadinanza, su cui già il prof. Sartori, nel gennaio 2012, esponeva, inascoltato, forti perplessità e lapalissiane censure.
Solo qualche testa mozzata sotto casa ci farà svegliare da questo sonno della ragione, dall’illusione che possano essere solo percezioni soggettive?

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