venerdì 12 giugno 2015

Un quartiere abbandonato dalle istituzioni ma non dai residenti.

Ieri sera ho fatto due passi per il quartiere dopo tantissimo tempo che non potevo in orario serale. Erano le 23. Dal cinese all you can eat di porta catene fino all’acquedotto. Anche un veterano della guerra allo spaccio come me é rimasto basito. Non meno di venti persone, fra neri e dell’est, bivaccavano all’inizio delle mura di Belvedere. Forse non erano spacciatori, ma non era davvero un “belvedere” per la quantitá di bottiglie  e i toni accesi. Da lí in Cassoli era un continuo avvicinarsi e allontanarsi di spacciatori in bicicletta, come se fossero zanzare. Davanti all’USL l’apoteosi. Sette spacciatori (non sei o otto, proprio sette) in bici fermi uno di fianco all’altro come in una batteria alla partenza del motoGP e nell’incrocio antistante almeno quattro spacciatori che ruotavano come tafani su una merda. Procediamo verso l’acquedotto, all’incrocio fra Vittorio Veneto e Corso Piave altri quattro spacciatori in fila in bici, poi altri due che escono dall’anello dell’acquedotto. Mi conceda il sig. Questore, che pure tanto si da da fare, di dire che i suoi colleghi istituzionali (sindaco e prefetto) hanno semplicemente abbandonato il quartiere in mano a questa gente. E mi conceda anche qualche sospetto sul fatto che nella battute a tappeto non se ne trovino almeno sei da portare in questura. Magari non sono spacciatori? Come spiegare allora che i quattro di cui sopra, al passaggio in Cso Piave di una gazzella (a lampeggianti accesi), sono scheggiati a nascondersi dietro la siepe dell’anello dell’acquedotto, peraltro con pericolo per i bambini?

Per fortuna il quartiere non é abbandonato da chi deve risederci, che siano singoli cittadini o associazioni di quartiere.




Lunga serie di eventi del comitato zona stadio, in particolare stasera la pedalata per le vie del quartiere, domani una cena di quartiere e in programma anche un concorso fotografico per il quartiere dal titolo " IL QUARTIERE GAD DI GIORNO E DI NOTTE"  (non a tutti piace chiamarlo giardino).
Soprattutto la terza idea mi piace molto. Ricordo che ai bei tempi in cui avevo tempo per il quartiere anche io avevo in mente un progetto simile, con un titolo quasi uguale. Solo che il mio taglio, ovviamente, era molto piú polemico, “di giorno” doveva ripercorrere i vecchi fasti del perché a chi non abita qui piace(rebbe) chiamarlo giardino, “di notte” invece doveva mettere a nudo lo schifo che solo se sei obbligato a mangiare con i voti che ti danno riesci a negare fino all’inverosimile. Magari mi iscrivo anche io con la mia idea, cosí mi prendo una coltelllata e lascio lí di rompere i maroni ai nostri solerti funzionari e amministratori che hanno benaltro a cui pensare, evidentemente. Ad ogni modo troverete tutte le informazioni sul sito del comitato zona stadio.

Oggi, invece, vi voglio parlare della bella iniziativa di un nostro co-residente. Onestamente mi trovo bene a parlare con i residenti che agiscono in proprio senza delegare alle associazioni di quartiere. Ho l’impressione che  da quando tutti si sono istituiti associazione, mi sia piú facile chiedere qualcosa all’assessore alla sicurezza che a chi condivide i miei problemi, ma é chiaramente una percezione soggettiva.
Ad ogni modo abbiamo la fortuna di avere residente in zona il responsabile della sezione di via Bologna dell'Università Popolare di Ferrara, che ha corsi la cui frequenza media annuale nelle varie discipline è stata di 600/700 corsisti, credo prevalentemente in orario serale. Il responsabile, peraltro attivo nella lotta allo spaccio ha pensato che questa affluenza di persone potesse essere una manna per il quartiere per cui si sta muovendo per trovare i locali in zona e aveva pensato all’ex sede dell’agenzia delle entrate, dei locali in Cassoli di proprietá (sembra) di Carife. Sicuramente vuoti da prima che mi trasferissi io. Naturalmente é un’impresa titanica per un normale cittadino e giustamente si é rivolto a chi DICE di avere a cuore le sorti del quartiere. A quanto so un primo contatto tramite email a sindaco e assessore alla sicurezza non ha sortito nessun effetto. Un secondo contatto agli stessi ma con Cc la stampa locale (e bontá sua anche il mio blog) ha ricevuto risposta a breve giro. Purtroppo non proprio quella che ci si aspetterebbe da una solerte amministrazione ma almeno é un inizio. La risposta invitava il cittadino a prendere contatto direttamente con la Carife, come se fosse facile. E torno a dire che questo é un atteggiamento da chi ha abbandonato il quartiere. Ad ogni modo ancora una volta il solerte cittadino si sta dando da fare, e come posso lo aiuto anche io. Per questo vi chiedo, se avete buoni consigli o in mente dei locali che potrebbero servire allo scopo, di segnalarmeli. E’ chiaro che il potenziale della proposta va ben al di là, per dirne una, dell’installazione della protezione civile in Castellina, rivelatasi alla fin fine solamente uno spot elettorale mal riuscito.

Riporto di seguito la mail ricevuta, eliminando i dati sensibili. Se ci diamo tutti da fare, forse riusciamo a mettere un piccolo tassello nella riqualificazione del quartiere.

Alla cortese attenzione: 

Gent. Sig Sindaco
Gent. Sig Assessore Modenesi

Il sottoscritto, responsabile della sezione di via Bologna dell'Università Popolare di Ferrara - sede centrale c\o Istituto Carpeggiani e ulteriore sezione a Copparo - chiede che vengano messi a disposizione, per i corsi dell'anno accademico 2015 2016, i locali attualmente vuoti dell'ex Agenzia delle Entrate di via Cassoli, di proprietà della Cassa di Risparmio di Ferrara, presso la quale si ritiene che Il Sindaco e l'Assessore possano intervenire in maniera adeguata.

Si precisa che l'Istituto Aleotti presso il quale si sono svolti i corsi negli ultimi 18 anni - la frequenza media annuale nelle varie discipline è stata di 600/700 corsisti, di Ferrara e del territorio limitrofo - ha comunicato di non poter garantire, per il prossimo anno accademico, la concessioni delle aule, riservate a corsi istituzionali.

La scelta dei locali di via Cassoli ha l'obiettivo di contribuire, in qualche misura e con altre motivazioni, a rendere meno "degradato" e rifiutato il quartiere che, nella "percezione collettiva" dei residenti, compreso il sottoscritto,  appare seriamente compromesso. 

Lungi da qualsivoglia demagogia, la realtà vera è che come abitanti del quartiere  ci sentiamo isolati, abbandonati e, fors'anche  
defraudati della nostra libertà, insicuri nelle nostre abitazioni e, sempre più privati della dignità e del senso di appartenenza.

L'aiuto o, se si vuole, l'interessamento attivo del Comune nel rendere utilizzabili da parte dell'Università Popolare, i locali di via Cassoli, concorrerà  a rimuovere il concetto di militarizzazione da più parti declamato, e a restituire una più giusta dimensione di vivibilità.

Sono disponile ad un incontro per fornire tutti i chiarimenti che mi verrano chiesti.

Distinti Saluti

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