lunedì 25 maggio 2015

Il benestare

Dello stare bene non se ne parla neanche. Nelle proprie case, nelle proprie strade. Se ci passeggi e osi tenere lo sguardo a livello uomo, sarai certamente colpito da episodi di spaccio a tutte le ore, con galoppini che si guardano intorno come commesse annoiate del centro o con acquirenti frettolosi che non si curano se nei pressi ci sei tu, magari con prole al seguito. Ai primi caldi, se osi dormire con le finestre aperte ti colpisce subito il suono di “resident dj”, quel continuo vociare, ora in lontananza, ora sotto casa, in broken english interrotto qualche volta da italiano quando capita il fatticcio di turno. E’ un suono continuo, di gente che apparentemente litiga, oppure discute, ma che sicuramente non si alza presto la mattina. Insomma, di stare bene non se ne parla neanche. Ma per fortuna, la nostra amministrazione, dopo aver appunto fallito nel garantirci lo stare bene, ci piglia anche per il culo con il benestare.


Prima pagina di Cronaca del Carlino di ieri, la presenza del vigile urbano é del tutto accidentale


Elargisce infatti molto magnanimamente il proprio benestare all’iniziativa privata di cittadini che si muniscono di vigilantes pagati di tasca propria per cercare di stare bene. Si legge infatti in questo articolo che "questo progetto che, oltre al favore del sindacato, ha ricevuto il benestare anche dell’amministrazione." Grazie al cazzo verrebbe da dire. Metteteci voi i soldi anziché il benestare.
Ma cio’ che piú colpisce, a 160 giorni dalla strombazzata commissione GAD é che hanno anche una spiegazione diversa dalla mia (cialt... ehm, incompetenza) per spiegare questo ritardo. Ce lo comunica il redivivo ex presidente di circoscrizione, che dopo aver incassato 800 voti per l’ottimo lavoro svolto nel quartiere non ha piú detto una sola parola sul problema spaccio da un anno a questa parte. Stranamente dal comune inviano lui alla riunione di presentazione dell’iniziativa di vigilanza privata, che in sostanza rappresenta l’apice del fallimento delle politiche di sicurezza dell’amministrazione stessa. E dalla sua voce apprendiamo che “Entro fine giugno firmeremo il patto per la sicurezza – fa sapere Calò – e dopo potremmo convocare la commissione come tavolo permanente tra i cittadini e amministrazione“.
Bene, il patto é tutt’ora vigente, da diversi anni, e solo in attesa di rinnovo. Onestamente non si capisce come mai dovrebbero aspettare questo rinnovo prima di interloquire con i cittadini. Quindi, senza ferire i sentimenti di nessuno, io rimango sulla mia prima ipotesi (cialt... incompetenza) in attesa che mi spiegino cosa cambierá con la firma del rinnovo di cosí essenziale da obbligarli a metterci nel limbo per 160 giorni (doo averlo fatto per dieci anni).

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