martedì 22 gennaio 2013

Risposta della prefettura sulla "operazione dissuasivo"

Qualche giorno fa ho richiesto via e-mail (vedi qui) alla prefettura di Ferrara una delucidazione sui passi da seguire per organizzarci fra residenti e creare un elemento dissuasivo per lo spaccio, nell'idea che se gli spacciatori non hanno niente da perdere, chi acquita sì, visto che nel 90% dei casi è di Ferrara city.

Pochi giorni dopo, ho ricevuto un'esaustiva risposta dal vice-prefetto Dott.ssa Pinuccia Niglio, che pubblico a termine del post. "Il linguaggio è doverosamente tecnico per poter essere precisoma in sostanza si conferma quanto riferitomi dalla stessa Dott.ssa Niglio a voce, in risposta al mio intervento all'ultima riunione sicurezza: anche “seguire lo spacciatore ed avvicinarsi alle auto dei clienti” è di fatto un servizio che richiede la necessità di riunirsi in associazione e, in particolare, di dotarsi di copertura assicurativa. 

Credo che sia più un ostacolo che un reale vantaggio seguire questa linea, almeno per adesso. Per il momento, quindi, l'obiettivo rimane quello di RIUNIRE QUANTE PIU' PERSONE POSSIBILE PER VIVERE IL NOSTRO QUARTIERE, senza "erogazione di servizi", e quindi, come evidenziato dalla Niglio stessa, senza la  necessità di riunirsi in associazione. 

Positive esperienze in questo senso arrivano dalla "Sorveglianza del Vicinato"progetto internazionale di cui sono venuto a conoscenza discutendo del problema col Dott. Giorgio Benini, responsabile comunale dell’ufficio sicurezza urbana, e sul quale tornerò in un post dedicato.

Stasera ne parliamo con chi, del blog, verrà alla riunione, quindi, per favore, aiutatevi ad aiutarvi!!!

ORE 18 SALA POLIVALENTE DEL GRATTACIELO (ALLA BASE DEL GRATTACIELO, SUL LATO CHE GUARDA IL NORD-OVEST)


Risposta della prefettura

[...]rispondo alla  Sua mail dell’11 gennaio scorso per sottolineare che l’attività che,come cittadini, si intende realizzare  è quella di “osservazione e segnalazione di fenomeni incidenti sulla sicurezza urbana “,tipica delle associazioni di osservatori volontari.
Tali iniziative sono state ,negli scorsi anni,così sollecitate che il legislatore  nel 2009 ha ritenuto opportuno prevederle espressamente (art 3 commi 40-44 della legge n 94/2009) e, quindi, regolamentarle (decreto Ministro dell’Interno 8-8-2009 recante “Determinazione degli ambiti operativi delle associazioni di osservatori volontari,requisiti per l’iscrizione nell’elenco prefettizio e modalità di tenuta dei relativi elenchi di cui ai commi 40-44 dell’art 3 della legge n 94/2009).
Nel rinviare necessariamente all’attenta lettura di queste norme,Le sintetizzo quanto segue:
-          i cittadini che intendono impegnarsi nelle attività su descritte devono costituirsi in associazione;
-          tali associazioni devono iscriversi in un apposito elenco tenuto dalla Prefettura previa verifica di una serie di condizioni  previste dal decreto dell’8-8-2009 in modo molto specifico ed opportunamente restrittivo:le associazioni devono essere finalizzate alla “solidarietà sociale”,gli operatori devono svolgere la propria attività senza fini di lucro e gratuitamente ,non devono appartenere a partiti,movimenti politici od organizzazioni sindacali o a tifoserie organizzate o ad associazioni che incitano alla discriminazione razziale.etnica o religiosa né devono ricevere da tali organizzazioni risorse economiche o altri tipi di finanziamenti,i singoli osservatori devono avere determinati requisiti soggettivi,devono essere assicurati ed opportunamente formati dalle Regioni o dagli enti locali.
-          L’art 2 del decreto 8-8-2009 indica quali attività possono essere svolte e con quali modalità.
-          Le associazioni inoltre devono stipulare apposite convenzioni con i Comuni ove intendono operare ,e le convenzioni vanno concordate con il Prefetto .
-          Infine Il Sindaco deve ,con apposita ordinanza formalizzare la volontà dell’amministrazione di avvalersi della collaborazione proposta.
E’ opportuno ribadire che ciò che può apparire una eccessiva formalità burocratica tesa sostanzialmente a sfavorire la diffusione di siffatte iniziative,risponde,in realtà ad una essenziale modalità organizzativa diretta ad evitare confusioni ed equivoci in un settore estremamente delicato dove deve conciliarsi il diritto alla libertà di circolazione e movimento con il diritto di pari grado alla sicurezza.

E’ altrettanto evidente che le Istituzioni pubbliche possono avallare solo un modulo organizzativo quale quello previsto dalla normativa vigente.
E’opportuno infine evidenziare che se lo scopo dei cittadini è quello di segnalare situazioni critiche senza organizzazione di persone e mezzi e senza erogare servizi (ma anche “seguire lo spacciatore ed avvicinarsi alle auto dei clienti”è di fatto un servizio),quindi senza evidenza pubblica ,ciò è già previsto nel codice di procedura penale secondo cui “ogni persona che ha notizia di un reato perseguibile d’ufficio può farne denuncia” e,per converso,anche la legge n121/1981,all’art 24 indica tra i compiti istituzionali della Polizia di Stato quello di esercitare” le proprie funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini sollecitandone la collaborazione”.

Spero di essere stata chiara,anche se,necessariamente ,il linguaggio è doverosamente tecnico per poter essere preciso.
In ogni caso i nostri uffici sono a disposizione ,per ogni chiarimento ulteriore [...].

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