martedì 7 ottobre 2014

Lo spaccio e l’immigrazione: perché alla GAD?

Mi son preso qualche giorno per fare un post che ragionasse in modo un po’ più approfondito sul problema spaccio IN ZONA GAD. Lo spunto me lo ha dato un interessante articolo sulla Nuova di qualche giorno fa che cercava a sua volta di capire i motivi che portano le forze dell’ordine a essere QUASI impotenti contro lo spaccino al minuto.

Tratto da La Nuova Ferrara del 2 Ottobre 2014


L’articolo é ben fatto  e centra il punto sul problema spaccio IN CITTA’ ma é a parer mio limitato se parliamo dello spaccio alla GAD (immagino per il semplice fatto che l’autore si occupava della città e non del GAD).
I punti fondamentali dell'articolo sono che lo spacciatore ancorché recidivo preso con dosi limitate di marijuana o cocaina non può essere messo in cella per cui tende a tornare a delinquere dal giorno dopo. In verità anche quando la fa così grossa da finire in cella torna a delinquere dopo qualche mese. All’articolo seguivano due richiami delle associazioni o cooperative che si occupano degli immigrati, fra cui la Camelot di cui tanto si parla in queste settimane. Lungi dal fare accuse, nel discorso globale dell'articolo si intuisce una possibile correlazione fra gli immigrati e lo spaccio. 
A parer mio legare spaccio in zona gad a immigrazione e leggi inadeguate é una mossa, fatta a volte involontariamente ma a volte volutamente, che svia il problema rimandando la soluzione al giorno di san mai. Tu, che abiti di fronte a me e quando esci la mattina vedi la mia faccia stanca come la tua per il vociare della notte precedente fra russo, ferrarese e broken inglish, puoi forse fare qualcosa contro le leggi inique o la politica dell’immigrazione? E allora vale la pena parlarne? No.
Ma anche se ne valesse la pena, vogliamo fare due conti con i grandi numeri?

Non credo di allontanarmi dal vero se dico che il 95% degli spacciatori del quartiere é di origine nigeriana. Non “negra” e neanche africana o extracomunitaria, proprio nigeriana. Pensare che le persone gestite dalla Camelot siano in qualche modo legate alla nostra situazione prevederebbe il supporre un'uguale percentuale dei loro ospiti. Invece, fonti ufficiose quanto sicure, mi dicono che la percentuale di nigeriani gestiti dalla cooperativa si attesta intorno al 10%. E anche supponendo che la percentuale fosse ai livelli detti, bisognerebbe partire dall’ipotesi che il 100% dei nigeriani sia spacciatore. Tenetevi forte: non é così. Su questo non ho numeri ma sono convinto che il 90% dei nigeriani é onesto, come lo é il 90% dei cinesi e (credo) il 90% degli italiani. 
Ma a maggior ragione, se il 90% dei nigeriani é onesto, come si spiega che il 95% degli spacciatori é nigeriano? Questi spacciatori, una volta presi, prima dell'inevitabile rilascio, possono dare spiegazioni del come sono arrivati qui? Da chi alloggiano? Chi li ha portati a Ferrara e con quali mezzi? E soprattutto: CON QUALI PERSONE ITALIANE SONO ENTRATE IN CONTATTO? 
Non sono domande da Sherlock Holmes. Fra tutte le menti illuminate che ogni settimana o ogni mese si ritrovano in commissioni, tavoli, summit e vertici, qualcuno si é posto queste domande? E soprattutto, si é dato delle risposte? 

Mi piace pensare che lo hanno fatto ma vi sono motivi che li spingono a non intervenire. Anche perché l'alternativa sarebbe che non ci arrivano proprio. E non credo.

Quindi la domanda é: PERCHE' ALLA GAD?
Il resto sono tutte baggianate da consiglio comunale.







Piccola nota a margine: se proprio fossi a capo del governo e avessi la possibilità di provare a risolvere il problema dell'immigrazione, punterei ad aiutare gli immigrati a casa loro, chiedendo all'ONU un massiccio intervento aereo per BOMBARDARE ogni insediamento di multinazionale occidentale in Africa. Magari cominciando dalla Nigeria.

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