Ieri sera ho visto lo schifo. Non è
un'altra puntata della serie “Io ho visto”, perchè non ho visto
scambi di droga in diretta, ma ieri ho visto veramente lo schifo. Lo
schifo in cui ci fanno vivere, gli spacciatori, chi compra,
l'amministrazione che non fa niente di concreto o le forze
dell'ordine che, dicono, hanno le mani legate. Non so chi, ma ci
fanno vivere nello schifo.
Non è che abbia visto molto di diverso
dal solito, ma ieri ho avuto un raffronto, un cambio repentino da una
situazione normale (non certo idilliaca, semplicemente normale) e la
nostra quotidianità, quella che neanche leggi sui giornali,
lasciando perdere le percezioni soggettive.
In breve,
sono uscito a cena con la famiglia, siamo andati al Don Abbondio, un buon ristorante fra Via Padova e Via Marconi. Siamo usciti verso le 22 e, di fronte al locale, abbiamo notato un grande spazio verde che costeggia Via XVII Novembre. Solo 13 giorni rispetto a IV Novembre, ma il mondo cambia.
sono uscito a cena con la famiglia, siamo andati al Don Abbondio, un buon ristorante fra Via Padova e Via Marconi. Siamo usciti verso le 22 e, di fronte al locale, abbiamo notato un grande spazio verde che costeggia Via XVII Novembre. Solo 13 giorni rispetto a IV Novembre, ma il mondo cambia.
In fondo all'area verde, in una zona
anche buia, dopo un grande campetto da calcio con le porte, ci sono i
giochi per bambini. Ci siamo avvicinati piano. Non sembrava
pericoloso, e non lo era. E già qui il primo senso di rabbia e
frustrazione. Ci hanno abituato ad avvicinarci con sospetto alle aree
buie, siamo talmente abituati ad aver timore di cosa potrebbero fare
quei ragazzi “là in fondo” che preferiamo non avvicinarci o
farlo con cautela!
Invece ho visto che la situazione era
semplicemente normale. C'erano tre gruppi di ragazzi, uno a pochi
metri da noi e altri due sui lati lontani del parco. Siamo stati
bene. Quindici minuti senza pensieri a vedere la bimba giocare.
Considerate che uno dei gruppi lontani deve aver disfatto la vetrata
della fermata del bus, penso per errore, senza urla o bastonate,
anche meno che normale, quindi, ma mai ci siamo sentiti in pericolo.
Dovevo finire la serata lì. Invece la
mia vena masochistica mi ha convinto a finirla con un piccolo giro
per l'area verde di Nazario Sauro. Naturalmente ho mandato la
famiglia a casa, io ho solo allungato la strada. Senso di angoscia,
individui in lontananza a fare chissà che, e, nella panchina di
fronte al gioco con le molle due ragazzi di colore in atteggiamenti
sconvenienti. Anzi, in effetti stavano facendo sesso. No, scusate,
non facendo sesso, stavano trombando, lei lo stava montando e stava
godendo col classico movimento su e giù. Stavano scopando.
Uh, che parole forti, vero? Eh, pensate
quanto forte poteva essere per un bambino se passava di là con i
genitori. E certo, chi è quel coglione che porterebbe un bambino
nell'area verde di nazario sauro alle 22? Nei pochi passi verso casa,
con la rabbia che montava, ho visto otto persone che rispondono
all'identikit base dello spacciatore: nero, in bicicletta, che pedala
ma senza una meta apparente, berretto in testa e cellulare in mano
anche se spento. Otto, non scherzo.
E quattro dell'est che bevevano birra
sulle mura nello stesso tratto. Quest'ultimo evento ha stemperato la
rabbia perchè mi ha permesso di fare una telefonata alla municipale
con tono da Furio, il marito di Magda in “Bianco rosso e verdone”, ve lo
ricordate. Mi sono detto indignato che qualche persona potesse non
conoscere o peggio ignorare il forte segnale dato dal primo cittadino
contro il degrado urbano, vanificandone i poderosi sforzi per i
residenti, richiedendo un pronto intervento da parte loro (che
naturalmente non c'è stato). Non so se l'hanno capita, ma almeno non
si sono messi a ridere solo loro.
Non so voi, ma io di questo schifo mi
sono proprio rotto i coglioni, e non saranno le solite buffonate di
fine estate a calmarmi. Qui bisogna agire, e anche in fretta. Il che
significa ridurre gli sforzi sul lato amministrazione e conecntrarci
su azioni dirette. Crederò al fatto che non possono fare niente solo quando anche il resto della città sarà messo come noi, o noi come loro.
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