sabato 22 febbraio 2014

La non-soluzione politica

Un post di sabato! Che stiano tornando i bei tempi, quando ero un giovane blogger pieno di belle speranze e tempo da dedicare al quartiere? Vedremo, intanto butto giù queste due righe che mi girano dentro da tanto, da quando per un motivo o per l'altro ho capito che la "soluzione politica" è stata una strada a fondo chiuso. La soluzione politica non prevede il costringere l'amministrazione della città, di qualunque colore sia dopo le prossime elezioni,  a occuparsi di noi. Quello è e rimane l'unico obiettivo possibile, dopo aver visto che il morbo dell'amebidente rende impossibile la rivolta popolare contro gli spacciatori (civile e pacifica, naturalmente). Ma la "soluzione politica" per come la intendevo io prevedeva l'inserire una persona del quartiere dentro la giunta comunale. 



Se la situazione è come è adesso (o meglio qualche mese fa, più lontano dalle elezioni) cioè una mer*a, la responsabilità è che nessuno ha mai sollevato la questione negli ultimi dieci anni nei luoghi preposti. Va da se che l'idea di portare una persona arrabbiata in consiglio era interessante. Meglio ancora se una persona attiva nel gruppo GAD o nel comitato zona stadio. Purtroppo, sembra che nessun partito sia interessato alla cosa. 
Nel centro destra
c'è già una persona che si "occupa" di questo problema, che è Cristiano Di Martino, nella cui squadra c'è Alessandro Veratelli, consigliere di circoscrizione, purtroppo mai ascoltato dai suoi superiori. Inserire un residente in questo contesto non credo abbia molto senso.
Nel gruppo orbitante nei pressi dei cinque stelle, gli spazi c'erano. Anzi, si basano proprio su questo concetto, un cittadino che si da da fare per il suo territorio è  un 5 stelle di per se, ma in questo caso il "problema" è un altro. Per la natura stessa del movimento, un consigliere che salga in comune, porta avanti battaglie comuni del gruppo, senza capi e capoccia. Conseguentemente, la figura di una persona che trae i voti da una battaglia specifica, non è facilmente inscrivibile in questo contesto. In sostanza non si può presentarsi dicendo, a me interessa solo il quartiere e se vengo eletto parlo solo con chi mi ha eletto, magari andando nel gruppo misto il giorno dopo. Cioè, legalmente si può e i politici vecchio stile lo fanno, ma non sarebbe serio.
Rimane il PD, o peggio ancora le civiche collegate. Le così dette liste civetta. Di suo, una persona convinta delle sue intenzioni farebbe quello che meglio crede una volta in consiglio, ma è evidente che nel PD non c'è la volontà politica di risolvere la cosa in un certo modo. Questo è evidente, per il semplice fatto che loro sono al governo della città. Se volessero potrebbero fare qualcosa oggi, non dopo le elezioni. Sappiamo tutti come stanno le cose. Un cittadino che si rivolgesse alla circoscrizione per un problema oggi, si sentirebbe rispondere che con la stazione vicina non si può fare niente, poi ti sposterebbero due panchine e se torni la terza volta non ti rispondono neanche più, accusandoti di essere politicizzato e chiudendoti le porte (peraltro pubbliche) in faccia. I consiglieri comunali ti rispondono che hanno già fatto tutto quello che chiedi, gli assessori pensano che siano percezioni soggettive e il sindaco pensa che non capiamo il movimento dei popoli. Siamo messi bene mi pare. In questo contesto pensare di inserirsi nelle liste del PD o in una civica collegata, vorrebbe solo dire allearsi col "nemico" ossia calmare le acque, tranquilizzare i residenti che si sono attivati, irretire quelli che potrebbero attivarsi e... basta. Passate le elezioni, non appena la persona eletta prova a dire la sua lo mettono subito buono, perchè vorrebbe dire criticare chi ti ha dato il posto. E' evidente che l'unico posto dove puoi fare qualcosa è l'opposizione. Anzi, mettere una persona all'interno del PD o civiche collegate vorrebbe semplicemente dire che regaliamo mesi e mesi di lavoro, avvallando il loro operato.
Già le numerose operazioni fatte in questi mesi dall'amministrazione sono principalmente una attuazione di quanto richiesto dai cittadini, dall'illuminazione (Gi.Bi.), alla protezione civile in Castellina (Giuliano). E' evidente che una candidatura in quel contesto ammazzerebbe quanto di buono è stato fatto in questi mesi.

Niente da fare, quindi. Non rimane altro che concentrarsi su come trarre il  massimo dalle prossime elezioni, partendo dagli attuali personaggi in lista, senza cedere il fianco alle strumentalizzazioni che arrivano da ogni parte. Tenere la linea e procedere con il consenso della base, condividendo ogni intervento pubblico, come discusso ieri sera dal gruppo GAD. In fondo nessuno di noi fa questo per una poltroncina in qualche partecipata. Vogliamo vivere sereni. E ce la faremo.

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