giovedì 17 ottobre 2013

Il Giardino, in fondo, è come... un giardino.


In fondo il nome Giardino si adatta molto bene a questo quartiere, anche adesso che è così lontano dalle intenzioni del progetto iniziale (che sia intervenuta la STU anche allora?). Il quartiere Giardino è proprio come un giardino, bello rigoglioso e fiorente, se lo segui con cura e attenzione, ma come tutti i giardini, per quanto belli, se i giardinieri (amministrazione, forze dell'ordine, ma anche e soprattutto i residenti) cominciano a disinteressartene e non lo seguono quotidianamente, le piante belle sfioriscono, i roseti lasciano spazio a terriccio incolto e le piante cattive attecchiscono un po' ovunque e in diversi modi (spaccio, prostituzione, alcolismo). Ecco allora che o lo abbandoni del tutto e lavori su un nuovo giardino (e qualcuno ci stava provando)  o ti tiri su le maniche e ricominci tutto daccapo, prima strappi le erbacce, ma poi zappi, pianti e innaffi (illuminazione, parchi, giochi), ma soprattutto tieni duro e insisti finché tutto non torna in ordine.



Oggi ho visto due residenti del palazzo di fianco al mio, che non hanno mai partecipato alle biciclette e anzi credevo abbastanza ostili all'iniziativa (e forse lo sono)
investire tempo e soldi per abbellire il bauletto erboso che divide IV Novembre dalla pista ciclabile davanti casa loro con degli oleandri. Sono andati così ad estendere il lavoro iniziati dalla mitica Pucci, esempio copiato già dal palazzo dall'atra fine del vialetto. Se continueranno a innaffiare e coltivare, fra qualche tempo avremo uno dei tratti più belli del Viale, e penso proprio che poi, molte altre persone seguiranno l'esempio.
Questo è un momento critico e abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, ora più che mai. Dobbiamo tenere duro, proprio ora che le cose stanno evolvendo positivamente. Con qualunque iniziativa ma, se non avete fantasia, e per quanto segue, vi invito a venire numerosi alla pedalata di questa sera:

Ieri sera, infatti, ho notato un soggettivo (termine molto di moda, ma lo uso con cognizione) calo di passaggi di pusher in bicicletta nel controviale di IV Novembre fra Cassoli e Corso Piave. Considerando che era Mercoledì, una delle serate più calde della settimana, la loro assenza è quanto mai strana. Certo, le forze dell'ordine stanno facendo molto, ma fino a un paio di giorni fa il via vai era comunque notevole. I fattori possono essere molti ma io credo che una certa influenza l'abbia avuta il nuovo sistema di illuminazione. Non tanto perché incredibilmente più potente, ma forse, proprio perché nuovo! E' possibile che anche gli spaccini siano un poco sospettosi di questi tempi, e un cambiamento così potrebbe averli spiazzati. L'effetto non durerà molto, ma se a breve, come spero, l'area verde di Nazario Sauro-Corso Piave verrà ribaltata come si deve, almeno per il periodo dei lavori e magari anche oltre, lo spaccio in zona subirà un nuovo pesante cambiamento. Siamo lontani, molto lontani forse, da una soluzione definitiva e anche se qualcosa potrebbe ancora arrivare (le elezioni sono comunque fra qualche mese!!), dobbiamo continuare a rispondere colpo su colpo ai movimenti degli spacciatori. Probabile, quindi, che a fronte di queste novità assisteremo a un tentativo di ristabilirsi dello spaccio nelle nostre zone, momentaneamente più tranquille grazie alle pedalate. Provate a ricordarvi di quando gli spacciatori stazionavano fermi agli incroci in quattro o più, quando vi venivano a guardare dentro la macchina se accostavate per parcheggiare. Potrebbe tornare così.
E' proprio ora che serve il vostro aiuto, compatti per dare il nostro segnale di quartiere vivo e attivo. Noi qui non li vogliamo. Punto.
Se poi qualcuno o qualcosa ancora li trattiene qui, ci scontreremo anche contro quel qualcuno o quel qualcosa. Ma qui non devono esserci.
Ho letto che quella di stasera sarà la nostra QUARANTESIMA pedalata. Non le ho contate, ma sono state sicuramente tantissime! E sono servite. Col tempo ci siamo ridotti in numero raggiungendo lo zoccolo duro di una trentina di attivisti fissi. Forse questo numero non basta più in questo momento critico. Non riusciamo a darci il cambio, non riusciamo a coprire le zone che vorremmo e forse non riusciamo neanche a fermare lo spaccio in tutta l'area durante la pedalata. Gli spacciatori sono in parte tornati e se ora hanno un motivo in più per spostarsi in questa zona il nostro grido deve essere più forte: STOP ALLA DROGA!
Venite numerosi e ci potremmo organizzare in turni senza pesare su nessuno. Se no… buona fortuna, io continuo a lavorare sulla mia microzona.

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