lunedì 11 novembre 2013

L'intervento della municipale

Piano piano, poco alla volta, qualcosa si muove. Personalmente mi sto avvicinando al primo anniversario della mia attività per il quartiere (o contro lo spaccio) e comincio a guardarmi indietro. Uno dei progetti proposti inizialmente non ha ancora avuto uno sviluppo soddisfaciente: l'intervento più incisivo della polizia municipale. Molti considerano la loro presenza nel quartiere finalizzata al solo elevare le multe alle macchine dei pendolari (e qualche volta dei residenti, anche io ho pagato il mio obolo).
Da tempo (link, link) avevo nelle mie mire una loro azione concreta, come si è visto fare in altre città, fino a vere e proprie operazioni di blitz in appartamenti di spacciatori. L'impressione è che qui tendano a voltarsi dall'altra parte. Nonostante le varie richieste, la risposta è sempre e solo stata una: il silenzio più assoluto (a parte una lettera da supercazzola sulla nuova).
Bene, sembra che anche questa battaglia, portata avanti da molti nel tempo, anche se nel silenzio più assoluto, stia volgendo a un epilogo favorevole a noi residenti.
Da circa un paio di mesi avevo avuto qualche segnale, voci per lo più, di interventi di riqualificazione della polizia municipale: controlli di biciclette, richieste di documenti, allontanamento di  tossici che dormivano sulle panchine. Niente di confermato però. Qualche giorno fa una prova certa di questa inversione di tendenza, con avvistamento da parte di una persona che considero assolutamente attendibile, quasi come se l'avessi visto io. Non so se posso fare cognomi quindi mi limiterò al nome: Giuliano (si, proprio quello che pensate voi).
Ecco dunque la sua segnalazione che riporto in toto:

Ho assistito a tutta la scena perche' ero appena tornato. I vigili ( un uomo ed una donna in bici ) erano sul piazzale a controllare i documenti degli automobilisti di passaggio e si trovavano in prossimita' di un furgone con insegne pubblicitarie che rimandavano ad attivita' di istallazione di parabole ed antenne varie. Dal Phone Center e' uscito un marcantonio di colore che si e' diretto verso il furgone ; il vigile con gentilezza gli ha contestato il parcheggio in area non consentita e gli ha chiesto i documenti. Da quel momento sono aumentati i "decibel" tra il vigile e l' uomo di colore che ha dapprima consegnato  un plico ( forse i documenti ) alla vigilessa a cui poi l' ha strappato con violenza. L' uomo di colore ha dato in escandescenze e credo abbia minacciato fisicamente il vigile che gli ha replicato in maniera molto decisa " sono io che decide cosa devi fare " tenendo testa al rivale in maniera sorprendente . Solo allora ho chiamato il 113 informando l' operatore dell' accaduto. In attesa della volante sono arrivate in appoggio ai colleghi le strurmtruppen della municipale : due vigilesse in bici, seguite da due motociclisti. L' arrivo del 113 ha messo fine al contenzioso. Il cinquantenne della polizia  stile " poliziotto buono" ha persuaso il " nigeriano antennista"( lavora con l' etere con cui si sa viene prodotta la droga!) a calmarsi, con atteggiameto di complicita' : siamo qui per voi. Il controllo dei documenti ed occhiataccie tra vigile ed "antennista" hanno posto fine alla tenzone. Morale : il vigile " cazzuto " mi e' proprio piaciuto! 


Ecco i fatti. Non so voi ma io di scene così non ne ricordo assolutamente negli ultimi due anni, se sbaglio correggetemi. Mi hanno messo la pulce nell'orecchio segnalando che più che un cambio di tendenza negli ordini impartiti dall'alto ( e ricordo che il primo cittadino ha molta voce in capitolo su questo) si tratta di una scelta precisa del vigile, più un'eccezione più che la regola. Vedremo, tanto io sto qui, e fra un po' deve dovrebbe venire anche il comparto centro della municipale in IV Novembre. Abbiamo tutto il tempo per verificare gli effetti.
Nel mentre vi rinfresco la memoria su cosa effettivamente POSSONO fare gli uomini della polizia Municipale se opportunamente addestrati e attrezzati (oltre che comandati), con questo video su una operazione fatta a Pavia e che, giustamente, si è meritata un servizio al TG1:

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