venerdì 5 luglio 2013

La mancanza di lungimiranza nel problema spaccio

Mi scuseranno le persone, in qualche modo legate all'amministrazione, che mi stanno seguendo*  nel cercare di riqualificare l'area verde di Nazario Sauro-Corso Piave, ma oggi mi sono svegliato con la luna storta per un pensiero dell'altra notte e devo proprio scriverlo. D'altro canto le scelte opinabili di cui vi parlerò, non credo siano state fatte da loro, ma dai loro "superiori", motivo per cui continuo a dire che è ingiusto avere un Sindaco che si pronuncia in prima persona su ogni problema di ordine pubblico, dalla movida, all'inceneritore, al problema dei posteggiatori, o anche assessori che non disdegnano passeggiate per le "vie-latrina" del centro, ma tacciono ormai da mesi sul problema del degrado in zona stadio-stazione.

Il punto è questo: nella stesura delle proposte per la petizione per riqualificare l'area verde, ho concentrato l'attenzione sui bambini, per il semplice motivo che, essendo padre, conosco meglio questo lato della problematica. Sono convinto che portare famiglie e bambini nell'area giochi sia una delle soluzioni migliori per allontanare gli acquirenti e quindi gli spacciatori, ma evidentemente non l'unica e forse neanche LA migliore.
Uno dei punti deboli della proposta,
sollevato dai miei interlocutori istituzionali, che peraltro mi ha convinto abbastanza, è che il bacino di utenza dei giochi non è poi così vasto. Leggasi, i bambini interessati non sono poi molti. Al parchetto vanno quelle famiglie che non vanno all'acquedotto, per cui da un certo punto di Corso Piave in poi, l'attrattività si riduce. Le famiglie interessate sono quelle più lontane, che magari si risparmiano altri 500 metri prima di arrivare all'acquedotto ( non sono pochi: per calcolare i "metri sofferti", M, in presenza di bambini piccoli, i metri reali, m, vengono moltiplicati per un fattore che varia in modo inversamente proporzionale all'età, x, del bambino e direttamente proporzionale al numero, n, dei bambini con la formula M=m*(6-x)^n, raggiungendo facilmente distanze interstellari in caso di tre o più figli). Il motivo è che l'acquedotto e la bocciofila sono stati battezzati come luoghi principe di incontro dei bambini del quartiere, con un bell'investimento di soldi da parte dell'amministrazione, e questo lo sanno tutti i fruitori dell'acquedotto, me compreso.
Come dicevo questo ragionamento mi convince. Il parchetto è troppo decentrato per essere dedicato all'intero quartiere, e la vicinanza con l'acquedotto è troppo alta per rappresentare un punto di interesse. Ci si può comunque provare, in fondo all'acquedotto mancano quei bei alberoni che fanno ombra sui giochi e appena smette di piovere ce ne accorgeremo.

Quello che ieri sera mi arrovellava era, però, il pensiero che nel momento in cui "qualcuno" ha deciso che le famiglie e i bambini del quartiere dovevano andare all'acquedotto, investendo soldi pubblici per attirarli lì, quel "qualcuno" poteva anche immaginare che così facendo avrebbe svuotato l'area verde di Nazario Sauro dei suoi utenti principali. I residenti di vecchia data, mi raccontano di un'area verde attrezzatissima, casette, scivoli grandi e piccoli, oltre alle altalene e ai giochi presenti ora. D'accordo, l'età media si sarà alzata, o comunque la scelta dell'acquedotto è più strategica. Ma senza un'adeguata programmazione sul come quell'area verde sarebbe dovuta essere stata modificata e, di conseguenza, vissuta, la sua fine, oggi sotto gli occhi di tutti, era quasi scontata.
Da quando era un punto di ritrovo dei bambini del quartiere, a oggi molte cose sono cambiate, ma "qualcuno" era pagato per fare una amministrazione lungimirante e prevedere eventuali problemi, intervenendo per tempo prima che si presentassero, o almeno prima che si incancrenissero.
Oggi vengono tanto a parlare di occupare positivamente gli spazi, ma questa occupazione non può essere imposta da un giorno all'altro, deve venire indotta dall'amministrazione degli spazi stessi, in accordo con i residenti.

In sostanza, sono convinto che riportare il quartiere ai vecchi fasti è impossibile, ma riqualificarlo a dovere è un obiettivo più che raggiungibile. Il problema è che sarà tanto più faticoso quanto più lungo è il tempo durante il quale non c'è stata la definizione di un piano a lungo termine per il problema dello spaccio. Piano che, stando alle parole dell'Assessore Sapigni, ancora non c'è.



*nota: dico seguendo e non aiutando perchè non penso che sia compito mio.

Nessun commento:

Posta un commento

Quale nome vorresti dare al Parco di Nazario Sauro?